Indica o sativa?

Quali sono le differenze tra cannabis indica e cannabis sativa?

La cannabis indica e la cannabis sativa presentano delle sostanziali differenze. Continuate la lettura per un'analisi approfondita dei ceppi indica vs i ceppi sativa, e i modi per distinguerli.


Per chi fa parte della community della cannabis, il dibattito tra indica e sativa sembra non avere mai fine. Ma in che modo il patrimonio genetico influisce sull'aspetto esteriore, gli effetti e gli aromi della pianta di cannabis?

 
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  • Comprendere la tassonomia della cannabis

  • Che differenze ci sono tra la cannabis indica e quella sativa?

  • Cannabis sativa

  • Differenze nella crescita: l'allungamento in fase di fioritura

  • Cannabis indica

  • Distinguere le indica dalle sativa

  • Differenze fra le foglie

  • Densità dei fiori

  • Aroma e gusto

  • Indica e sativa generano effetti diversi?

  • Miscele personalizzate di indica e sativa

  • Indica vs sativa: molto più di quanto si possa immaginare

Per comprendere meglio le differenze tra indica e sativa, è opportuno analizzare innanzitutto la tassonomia della cannabis.

La cannabis venne classificata per la prima volta attorno al 1750, da Carlo Linneo. Egli credeva che il genere fosse monotipico (ovvero contenesse una sola specie) e lo nominò Cannabis sativa L. Linneo era un botanico svedese, e realizzò questa classificazione lavorando con esemplari di canapa, che in quell'epoca erano ampiamente coltivati in tutta Europa.

Nel 1785, il naturalista francese Jean-Baptiste Lamarck pubblicò la descrizione di una nuova specie di cannabis, diversa da quella scoperta da Linneo. Lamarck battezzò questa pianta _Cannabis indica_ Lam., e notò che era povera di fibre, ma con notevoli effetti inebrianti. Tale descrizione si basava su esemplari che lo scienziato aveva raccolto in India.

Nel 20° secolo, il botanico russo D.E. Janichevsky individuò una terza varietà di cannabis, originaria della Russia, che oggi conosciamo con il nome di Cannabis ruderalis. Negli anni ’70, vari tassonomisti e botanici cercarono vari modi per classificare correttamente la pianta di cannabis.

Esistono ancora molti dibattiti relativi all'appropriata tassonomia dei ceppi indica, sativa e ruderalis. Tuttavia, gli scienziati ritengono che le differenze tra le varietà di cannabis siano tali da giustificarne la suddivisione in tre specie distinte. In questo articolo, ci concentreremo soltanto sulle genetiche indica e sativa.

CHE DIFFERENZE CI SONO TRA LA CANNABIS INDICA E QUELLA SATIVA?

La differenza più evidente tra cannabis indica e sativa è a livello esteriore. Il botanico americano Richard E. Schultes, insieme ad un team di ricercatori, descrive indica e sativa come segue:

  • Sativa: pianta alta, con rami allungati e foglie strette

  • Indica: pianta più bassa, dalla forma conica e con foglie larghe

Queste evidenti differenze tra ceppi indica e sativa sono facilmente riconducibili alle loro origini geografiche. Qui sotto esamineremo le principali differenze tra sativa e indica.

CANNABIS SATIVA

La Cannabis sativa è originaria delle zone calde e tropicali e può crescere spontaneamente in Thailandia, Vietnam, Colombia, Messico e persino in certe zone dell'Africa.

Per affrontare le estati lunghe, calde e umide, le piante sativa si sono evolute sviluppando una struttura alta, con ampi spazi tra internodi, cime vaporose e foglie affusolate. In questo modo gli esemplari possono proteggersi dagli elevati tassi di umidità presenti in queste aree e da pericoli come muffa o parassiti.

Le piante sativa tendono a raggiungere altezze notevoli, pertanto sono più adatte ad essere coltivate all'aperto. Offrono prestazioni ottimali in climi caldi e tropicali, con estati lunghe.

DIFFERENZE NELLA CRESCITA: L'ALLUNGAMENTO IN FASE DI FIORITURA

Le piante indica e sativa tendono a mostrare ritmi e modalità di crescita completamente differenti. Queste distinzioni non sono tuttavia molto evidenti fino all'inizio della fase di fioritura.

Mentre le piante indica mettono una marcia in più al loro ritmo di crescita, guadagnando un po' in altezza e formando una canopia densa e cespugliosa, le piante sativa si allungano notevolmente. La modifica dei cicli di illuminazione innesca una tempesta ormonale che le spinge ad allungarsi verso l'alto in direzione della luce. In certi casi, questo fenomeno (chiamato “lo stretching della fioritura”) può portare le piante a raddoppiare le proprie dimensioni. Se sono piantate in profondità nel terreno o in grossi vasi, le piante sativa possono crescere fino a 3 metri ed oltre.

CANNABIS INDICA

Le piante indica, invece, nascono in zone più fredde, asciutte e montuose, come il Nepal, l'India e altre parti del subcontinente indiano, in cui le estati sono fresche e corte. Per adattarsi a queste condizioni ambientali, la Cannabis indica fiorisce in tempi più brevi e sviluppa una chioma fitta e cime dense.

Grazie alla statura compatta e alla fioritura più rapida, le piante indica sono perfette per essere coltivate indoor. Possono essere facilmente manipolate attraverso tecniche di training e generalmente producono cime corpose ed esteticamente appetibili. La fase di fioritura è più breve, pertanto con gli esemplari indica è possibile ottenere molteplici raccolti in un lasso di tempo ristretto.

DISTINGUERE LE INDICA DALLE SATIVA

Osservazioni botaniche risalenti al XVIII secolo descrivono in dettaglio le differenze visive fra i due sottotipi di cannabis. Queste distinzioni morfologiche appaiono nell'intera anatomia di ciascuno dei due sottotipi, dalle foglie ai fiori.

DIFFERENZE FRA LE FOGLIE

Le foglie offrono uno dei punti più facili per fare la distinzione. Le piante indica possiedono foglie a ventaglio più ampie, con dita più larghe, mentre le sativa producono foglie a ventaglio più strette e allungate, con dita più fini.

Facendo un passo indietro, molti coltivatori sono in grado di distinguerle basandosi unicamente sulla loro altezza. Le piante indica sono più tozze e simili ad arbusti, mentre le varietà sativa sono più allungate e smilze, con spazi più ampi fra i nodi.

DENSITÀ DEI FIORI

I due sottotipi producono anche infiorescenze con distinte caratteristiche, anche se per determinare quale sia indica e quale sativa sulla base dei fiori curati è necessario un occhio allenato. Per non parlare del fatto che gran parte delle varietà moderne sono degli ibridi di entrambi i sottotipi, il che rende quasi impossibile riconoscere il sottotipo dominante basandosi sulla sola osservazione dei fiori.

Parlando in termini generali, le infiorescenze delle sativa sono più leggere, lunghe, affusolate e vaporose. È probabile che un sacchetto di fiori sativa darà l'impressione di contenere molto più materiale, a causa della minore densità. Al contrario, le infiorescenze indica sono tipicamente molto più compatte e dense.

AROMA E GUSTO

Le piante indica e sativa producono notevoli differenze negli effetti, ma ci vuole un vero intenditore di cannabis per distinguerle basandosi soltanto sul gusto. Composti fitochimici aromatici chiamati terpeni sono responsabili del vibrante gusto e profumo dell'erba, e ogni varietà contiene proporzioni differenti di queste molecole.

Le piante indica e sativa pure presentano profili di terpeni peculiari, che i fumatori esperti potrebbero essere in grado di distinguere. I fiori indica offrono gusti più dolci e ricchi di miele e frutti, mentre le piante sativa producono aromi più terrosi e che ricordano la benzina.

 

MISCELE PERSONALIZZATE DI INDICA E SATIVA

Molte varietà di cannabis attualmente disponibili sul mercato sono ibridi composti da geni indica e sativa. Gli esperti breeder della Royal Queen Seeds, ad esempio, utilizzano tecniche sofisticate per creare varietà con caratteristiche uniche, ad esempio tempi di fioritura più rapidi, aromi specifici e molto altro.

Alcuni studi hanno evidenziato che, oltre alle differenze strutturali, indica e sativa potrebbero sviluppare diverse concentrazioni di terpeni, un altro fattore che contribuisce a generare effetti differenti. Ad esempio, secondo alcune fonti, le proprietà sedative delle varietà di cannabis “a forte tendenza indica” dipendono dalle elevate concentrazioni di mircene.

Il mircene è un terpene presente in molte piante, inclusi luppolo, timo, citronella, mango, cardamomo e, ovviamente, cannabis. La molecola sprigiona un aroma terroso, leggermente pepato. In percentuali elevate, può generare effetti sedativi tipici di alcune varietà.

Oltre ad esaminare la quantità di terpeni e cannabinoidi, è importante tenere in considerazione in che modo essi interagiscono tra loro e quindi come influiscono sull'esperienza complessiva offerta dalla cannabis. La potenziale azione combinata delle sostanze presenti nella ganja viene chiamata dagli scienziati “effetto entourage”.

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Con questo articolo ci auguriamo di aver dissipato alcuni luoghi comuni relativi alle differenze tra indica e sativa. Le disuguaglianze tra i due ceppi sono evidenti a livello esteriore, ma tutte le altre distinzioni sono difficili da individuare, e vanno al di là della semplice composizione genetica. Ad ogni modo, le categorie indica e sativa hanno permesso alla community della cannabis di sviluppare un linguaggio con il quale classificare e distinguere questa pianta ricca di fascino.



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